Acanthaster planci

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Stella corona di spine
Crown of Thorns-jonhanson.jpg
Acanthaster planci
 
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Echinodermata
Subphylum Eleutherozoa
Superclasse Asterozoa
Classe Asteroidea
Ordine Spinulosida
Sottordine Leptognathina
Famiglia Acanthasteridae
Genere Acanthaster
Specie A. planci
Nomenclatura binomiale
Acanthaster planci
(Linnaeus1758)

Acanthaster planci (Linnaeus, 1758), conosciuta come stella corona di spine, è una stella marina della famiglia Acanthasteridae. Ha delle spine velenose e talvolta fa delle invasioni molto distruttive.

 

 

Aspetti morfologici[modifica | modifica sorgente]

È una stella marina di grosse dimensioni, dotata di grandi aculei su tutto il corpo a scopo difensivo. Può raggiungere i 40 centimetri di diametro ed è dotata di 12-19 braccia diramate attorno ad un disco centrale largo ed appiattito. Il suo colore può variare dal verde, blu, rosa, rosso, viola o tendente al nero. Il corpo può presentarsi a tinta unita come di colori differenti, ma i papuli respiratori retrattili localizzati sulla faccia superiore sono sempre di color rosso. Può muoversi ad una velocità di 20 metri all'ora.

Puntura[modifica | modifica sorgente]

Il contatto con le spine velenose provoca dolore, il cui effetto può durare anche quattro ore, provocando inoltre nausea e vomito. Molto spesso la regione intorno al punto di contatto è soggetta ad eritema e gonfiore, che può durare diversi giorni.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica sorgente]

Si trova nelle barriere coralline delle zone tropicali del indo-pacifico : dal Mar Rosso all'Pacifico e lungo tutta la costa di Panama, e dell'Australia in Giappone.

Biologia[modifica | modifica sorgente]

Cibo ed Alimentazione[modifica | modifica sorgente]

Si nutre esclusivamente di coralli, nel confronto dei quali ha un enorme potenziale distruttivo.

E' un predatore feroce, che si nutre arrampicandosi sulle rocce, dove estroflette lo stomaco sui polipi rilasciando enzimi digestivi e assorbendo i tessuti organici liquefatti. Un unico esemplare è in grado di distruggere fino a 6 metri quadrati di corallo l'anno. Una barriera corallina in buono stato è in grado di resistere a 20-30 A. planci per ettaro, ma questo numero è ormai largamente superato in molte zone dell'Indonesia, in particolare nel nord, nel grande Sulawesi e nelle Molucche.

In origine erano predatori esclusivamente notturni, ma nei periodi delle grandi invasioni si nutrono anche durante il giorno.

Esplosione demografica[modifica | modifica sorgente]

Particolare delle spine.

La popolazione di questa specie di stella marina è aumentata rispetto agli anni 70. L'aumento inspiegato delle grandi invasioni è in parte responsabile del declino dei coralli sulla Grande Barriera Corallina e in Indonesia. La proliferazione di questi predatori nel Triangolo dei coralli dell'Oceano Pacifico, regione particolarmente importante per la biodiversità marina, ha seriamente preoccupato i biologi marini, dal momento che in questa zona si concentrano tre quarti delle specie marine del mondo, di cui oltre 600 tipi diversi di corallo[1].

Ci sono alcune teorie circa l'esplosione demografica e il dibattito nel mondo scientifico in merito tale argomento è attualmente aperto. Le ipotesi principali sono le seguenti:

  • la pesca eccessiva o la diminuzione del numero di predatori come la Charonia tritonis, un mollusco gasteropode ricercato dai turisti per le sue belle conchiglie. Questa teoria è diventata però minoritaria, vista la debole predazione subita dall'acanthaster da parte di questo Tritone, che è sempre stato un animale a bassa diffusione e non privilegia specificamente questa preda. In oltre agli altri predatori potenziali, non sembrerebbero ricercare attivamente l'acanthaster né consumarne spesso. Oltretutto, la maggior parte di questi pesci non sono soggetti a pesca intensiva;
  • il risultato di un ciclo naturale legato alla velocità di riproduzione di questi animali. Tale teoria si basa sul fatto che la Grande Barriera Corallina inAustralia subì un'invasione di Acanthaster negli anni 70 e 80 e che le tracce di invasioni più antiche sono state confermate dagli studi geologici[2]. Questo argomento "naturalista" è contestato dal fatto che, all'epoca delle recenti grandi invasioni, la frequenza e la capacità di distruzione delle colonie era nettamente superiore alla capacità di resistenza degli scogli corallini che dunque non sarebbero mai esistiti se delle tali invasioni fossero state un fenomeno "naturale". All'epoca l'Australia rispose in modo efficace tramite campagne di prelievo (privato e pubblico), mentre l'Indonesia attualmente non ha ancora attivato iniziative sufficienti per controllare la situazione ;
  • l'inquinamento generato giornalmente dalle agglomerazioni urbane ed agricole. Queste emissioni potrebbero o intossicare la micro-fauna predatrice delle larve a causa dei pesticidi, oppure provocare un fioritura algale a causa dei concimi. Questi ultimi permetterebbero alle larve, voraci, un maggior nutrimento e quindi di accelerare la loro crescita e di ottimizzare le probabilità di sopravvivenza. Questo argomento, attualmente dominante, è comunque contestato invece dal fatto che tale fenomeno dovrebbe riguardare parallelamente altre specie. Questo non sembrerebbe essere il caso. Tuttavia poche specie hanno all'età adulta un cibo tanto abbondante e disponibile come il corallo, con una pressione di predazione tanto trascurabile;
  • altro argomento per spiegare l'aumento della frequenza di queste invasioni sarebbe la cattiva salute dello stesso corallo. Queste stelle marine segnalano difatti il loro cibo tramite segnali chimici ed il corallo " stressato" emette particolari segnali che attirano maggiormente gli acanthaster[3]. Inoltre, in un ambiente naturale in cattiva salute altri fattori possono favorire l'aumento di questa stella di mare, come l'assenza di symbiotes protettivi del corallo e una debole diversità di questi ultimi, o ancora una debole densità in nematocisti sui polipi corallini.

Tuttavia questa esplosione demografica sembrerebbe particolarmente legata all'inquinamento agricolo che ha portato un aumento delle alghe che perturbano la catena alimentare.

Impatto sugli scogli di corallo[modifica | modifica sorgente]

Gli effetti delle invasioni di acanthaster sono decisamente variabili. Un studio del rete ReefCheck condotto su circa 400 km di lunghezza del terzo mediano della grande barriera di corallo ha mostrato che, 8 o 9 anni dopo l'inizio di un'invasione, 60% dello scoglio erano incisi, soprattutto nella loro parte esterna, e il 10% sono stati interamente decimanti; il tasso di copertura corallina è per luogo passato dal 78% al 2% in sei mesi. Secondo un studio di 2013[4], queste stelle costituirebbero la principale causa di mortalità del corallo in Indonesia, coi tassi di mortalità del corallo che supera il 50% su di numerosi siti.